La SIPS
La nascita di un'associazione italiana degli psicologi contrassegna un secondo importante fase nel rendere ufficiale la presenza della psicologia nella scena culturale italiana. La società italiana di psicologia scientifica (SIPs) è fondata a Firenze nel 1910 e tiene la sua prima riunione nel 1911 a Torino. L'evento è importante perché permette agli psicologi italiani di esigere un riconoscimento e di trovare un'identità che permetta loro di acquisire autonomia nel lavoro di ricerca ed applicativo.
Dopo la seconda guerra mondiale, la psicologia passa una fase di netta separazione tra il mondo accademico ed i settori professionali ed applicativi. Questo si rispecchia nella SIPs dove lo statuto fa una netta distinzione fra i membri ordinari (professori universitari) e gli altri membri (principalmente professionisti). I motivi di questa situazione possono essere dovuti al fatto che non vi è alcuna importante realtà professionale per lo psicologo mentre gli unici centri di psicologia sopravvissuti al periodo di guerra si trovano nei circoli accademici. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che all'interno delle università chi si occupa di psicologia è costretto ad affrontare altre forze culturali che mettono in discussione il valore conoscitivo e scientifico della psicologia.
Oltre alle condizioni generali della cultura italiana, altri problemi nascono a causa di divergenze e di posizioni teoriche contrapposte presenti fra gli psicologi. Queste contraddizioni si accentuano a metà degli anni sessanta. Il 14° congresso della SIPs si tiene regolarmente a Torino nel 1965, ma quello seguente deve essere rimandato a causa delle molteplici contese che si trascinano tra gli psicologi. Le discussioni, posposte al quindicesimo congresso che si tiene a Roma nel 1969, portano addirittura allo scioglimento della SIPs. Questa decisione è revocata attraverso il risultato di un referendum postale fra tutti gli iscritti alla SIPs.
Vi sono sia problemi interni all'organizzazione che problemi più generali che riguardano la condizione e lo sviluppo della psicologia in Italia. Per risolvere il primo problema, si decide di riformulare lo statuto in modo da permettere la partecipazione di ogni membro a tutte le attività dell'associazione indipendentemente dalla condizione scientifica o professionale. Relativamente al secondo problema, diventa evidente a tutti che deve essere data una soluzione agli aspetti inerenti la salvaguardia legale della professione ed alla domanda di preparazione e qualificazione dei futuri "operatori" in psicologia. Poiché i primi corsi di specializzazione in psicologia sono fatti funzionare nelle facoltà di medicina, di lettere e filosofia e di magistero. Nel 1964 le facoltà di magistero sono le prime ad affrontare il problema di una trasformazione della facoltà che possa includere la formazione in psicologia e sociologia.
Prof. Giulio Vidotto